LA TRADOTTA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA


NEL CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA

mercoledì 11 marzo 2015

CONCERTO "ECO DALLE TRINCEE.... CENT'ANNI DOPO"

CONCERTO “ECO DALLE TRINCEE…CENT’ANNI DOPO”
DOMENICA 15 MARZO ORE 21.00 

Sala del Consiglio del Comune di Farra d'Isonzo
 Piazza Vittorio Emanuele III, 10, 
34072 Farra d'Isonzo


Il Coro “S. Ignazio” nel 100° anniversario della fine della Grande Guerra, organizza, nell'ambito del Progetto ERMADA 1914 VOCI DI GUERRA IN TEMPO DI PACE, una rassegna corale in commemorazione di coloro che hanno perso la vita sulle nostre terre durante il primo conflitto mondiale.

La forza di un canto nato spesso durante una trepidante vigilia di una battaglia o dopo un cruento scontro, può, forse meglio di un saggio o di un diario, superare le barriere del tempo e rendersi testimone, ad imperitura memoria, di ciò che accadde cent’anni fa. In particolare anche a Gorizia la guerrà inizio nell’estate del 1914.

"Vogliamo raccogliere l’eredità di chi visse, soffrì e perse la vita durante la Grande Guerra, ad un passo dal cielo; grazie alle voci di oggi facciamo così un viaggio nel tempo e proviamo a rivivere, in modo estremamente toccante, le stesse emozioni, gli stessi battiti del cuore di questi uomini".

Con la partecipazione del 

CORO S.IGNAZIO di Gorizia 
CORO ANA Cive di Paularo - dirige Stefani Federica






Il Coro "Cive" (Silvestro Faleschini) ANA di Paularo è stato fondato nel 2005 da un gruppo di alpini appassionati di canti alpini e di montagna che si ritrova per cantare la tradizione popolare friulana, carnica in particolare, e alpina. Il coro è stato intitolato a Silvestro Faleschini “Cive”, che è stato il principale ideatore e costruttore di questa iniziativa.
Questo complesso è composto attualmente da 18 coristi con una fascia di età compresa tra i 32 e i 77 anni e diretto fin dalla sua costituzione dal Prof. Francesco Di Bernardo. Si è esibito in diverse manifestazioni in Italia ed in Austria. Si propone di cantare i canti di naia e di guerra, canti commoventi, splendidi, unici da cantare, con la vocalità con cui sono stati scritti, come li intonavano i loro nonni e i loro padri sul Carso nella Prima Guerra Mondiale, quelli che anche gli alpini della Seconda Guerra Mondiale cantavano in Grecia ed in Albania, nella campagna di Russia, quelli che intonavano sotto la tenda o in trincea o in marcia sotto la neve e con lo zaino in spalla o lassù di sentinella a fare la guardia, nelle pause tra un combattimento e l’altro e che dalle vette ammantate di neve un eco irreale trasportava a valle sino alle trincee dei fanti e dei bersaglieri. Vuole mantenere le loro originali e tradizionali caratteristiche, la loro suggestione profonda, senza variazioni, moderazioni, senza l’uso predominante del falsetto.

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